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Caporetto: per capire.

Caporetto: per capire.

Quando terminò la Terza guerra d’indipendenza, l’Austria, sconfitta dai Prussiani a Sadowa ma vincitrice degli Italiani a Custoza (1866), comunque dovette cedere il Veneto al Regno d’Italia.
Nella definizione dei confini, tuttavia, l’Austria mantenne quei punti di terreno più favorevoli alla difesa. Infatti il Trentino (allora austriaco) si incuneava nell’Italia nell’Italia con una zona del territorio molto fortificato e per opera dell’uomo e per la presenza di difese naturali, cioè le montagne. Lo stesso dicasi per il fronte orientale che, all’incirca, corrispondeva al corso del fiume Isonzo, in corrispondenza dell’attuale regione del Friuli Venezia Giulia.
Quando nel 1915 l’Italia scese in guerra contro l’Austria-Ungheria, dovette affrontare e il “Saliente del Trentino”, come erano chiamate le montagne, e il fiume Isonzo con le montagne retrostanti, fortificato e difeso dagli Austro-Ungarici.
L’esercito italiano tralasciò, nel primo anno di guerra, di attaccare il saliente Trentino e concentrò tutte le sue forze sull’Isonzo (cioè sul fronte orientale).
Salvo l’episodio della Strafexpedition (spedizione punitiva degli Austriaci a danno degli Italiani), l’esercito italiano, al comando di L.Cadorna scatenò ben undici battaglie - dal giugno 1915 all’estate del 1917 - sul fronte dell’Isonzo, riuscendo a respingere e a superare il fiume in più punti ma non riuscendo, tuttavia, a sloggiare gli Austro-Ungarici dal corso destro del fiume, in quella zona mediana che corrisponde ai territori di Plezzo e Tolmino. Una parte del territorio, dunque, era in mano al nemico.
Fino all’estate del 1917 gli attacchi dell’esercito italiano erano stati furiosi ed accaniti, senza alcun rispetto per le vite umane. Questa ferocia apparteneva ad entrambe le parti ma, dal lato austriaco, che era in forte inferiorità numerica, si temeva che l’eventuale dodicesima battaglia sarebbe stata fatale e che quella avrebbe segnato il tracollo del fronte dell’Isonzo.
Allora il comando austriaco chiese soccorso all’alto comando germanico il quale, studiata la situazione, e avendo a disposizione alcune divisioni disimpegnate dal fronte russo (per la nota resa) le inviò sul fronte italiano. Considerando la situazione del terreno (che, in gergo militare significa la relazione tra il territorio e la disposizione degli uomini), si decise che l’offensiva contro l’Italia serebbe stata sferrata proprio sul tratto, al di qua dell’Isonzo, compreso tra Plezzo e Tolmino.
Là furono dunque concentrate ingenti forze e il 24 ottobre 1917, alle ore 2 del mattino, dopo un violento fuoco d’artiglieria e lancio di gas asfissianti, fu sferrato l’attacco che ebbe tanto successo in quanto, da parte italiana, esso non era stato sufficientemente contrastato nella valutazione.
Infatti, Cadorna aveva ordinato allÂ’armata comandata dal gen.Capello e che avrebbe dovuto contrastare lÂ’attacco, di schierarsi in posizione difensiva; lÂ’ordine venne frainteso dal Capello e, dunque, la disfatta fu inevitabile.
Dopo poche ore, gli Austro-Tedeschi avevano sfondato il fronte e , nei giorni immediatamente seguenti, raggiunsero il paese di Caporetto, il che significava che avevano scavalcato tutte le difese italiane e che potevano dunque irraggiarsi per la pianura ad Ovest, a Nord e a Sud, in modo da prendere alle spalle tutto il resto dellÂ’esercito italiano, da Tolmino fino al mare, non esclusi alcuni reparti del fronte del Trentino.

Sul fronte dell’Isonzo si trovavano due armate: da Gorizia al Nord la II, comandata da Capello, che era la più potente, e la III, comandata dal Duca d’Aosta, che copriva il fronte tra Gorizia e il mare. La I e la IV armata si trovavano invece sul fronte trentino.

Su Caporetto sono state dette le cose più disparate: che gli Italiani si siano comportati da vigliacchi, che invece abbiano combattuto eroicamente. Per fortuna gli storici lavorano sempre - vedi il video - e possiamo così conoscere più approfonditamente i fatti.

Se puoi, vai in Friuli, al Sacrario di Redipuglia, dove riposano più di centomila soldati italiani. Si tratta di un monumento impressionante, con memorie utili a capire e ricordare, perché la storia è memoria.

Eccoti il link ad un'interessante pagina, se vuoi approfondire l'argomento:
www.itinerarigrandeguerra.it

L'Isonzo con le sue terribili dodici battaglie è molto presente nella letteratura italiana: puoi approfondire, in questa stessa piattaforma, l'argomento, con "I fiumi", di G. Ungaretti.